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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Brexit, Juncker a Londra: “Se ordini 28 birre le paghi, non ti alzi prima del conto”

Il presidente della Commissione torna a ribadire che il Regno Unito deve onorare gli impegni finanziari stabiliti prima di annunciare il divorzio dall'Unione europea

Ha utilizzato una metafora il presidente della Commissione europea per tornare a ribadire che il Regno Unito deve pagare i conti del divorzio con l'Unione europea. “Pensate di entrare in un bar con amici, e di ordinare 28 birre. Poi, improvvisamente, uno si alza e non paga: è una cosa che non si fa", ha affermato Jean-Claude Juncker in Lussemburgo, durante un dibattito con gli studenti. "Non si fa così, devono pagare”, ha insistito, garantendo che è una questione di correttezza e che l'Europa “non cerca vendette”.

"Ora dobbiamo affrontare le conseguenze della Brexit”, ha detto Juncker, e i britannici dicono “Brexit vuol dire Brexit”, garantendo di non voler tornare sui propri passi, ma “stanno scoprendo, come noi, nuovi problemi giorno dopo giorno”, e questo “è il motivo per cui questo processo prenderà più tempo di quanto si pensava inizialmente".

La questione dei diritti dei cittadini

Sulla questione dei diritti dei cittadini Ue nel Regno Unito e dei britannici in Europa “stiamo facendo dei progressi”, ha concesso, aggiungendo di non capire quale possa essere il problema sul punto: “Perché non dire semplicemente, con il buon senso che ormai non è più una categoria della politica, che le cose rimarranno come sono adesso?". I cittadini Ue, ha aggiunto, “sono in Gran Bretagna e quelli britannici sono nell'Ue: lasciamoli dove stanno, perché stiamo discutendo cose senza senso come queste? I cittadini hanno diritti perché sono cittadini”.

Alla richiesta di Londra, di accelerare verso l'apertura delle trattative anche sul nuovo rapporto con l'Unione, che per gli Stati membri invece dovranno aprirsi solo quando ci saranno “progressi sufficienti” su quelle per il divorzio, Juncker ha negato ogni possibilità per il momento: “Non abbiamo trovato per ora un vero compromesso per quanto riguarda gli impegni finanziari del Regno Unito. Quindi non potremo dire in ottobre (al Consiglio europeo, ndr) che passiamo alla seconda fase dei negoziati”.

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