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Martedì, 19 Marzo 2024
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Bombe a mano, guerre tra gang: il lato violento della Svezia

Negli ultimi anni sono stati registrati decine di attacchi dinamitardi, spesso tra gruppi criminali rivali. Lo scorso gennaio un uomo è morto dopo aver raccolto una granata da terra. Mentre i casi di strupro sono in aumento. La destra punta il dito sugli immigrati e attacca le politiche di accoglienza del governo

L'ultimo caso che ha scosso il paese è stata la morte di Daniel Cuevas Zuniga, 63enne emigrato dal Cile ai tempi di Pinochet: tornava a casa dopo un turno di lavoro insieme alla moglie, quando si è piegato per raccogliere uno strano oggetto da terra. Era una bomba a mano M-75. Prodotte in gran numero per l'esercito nazionale jugoslavo e poi sequestrate dai paramilitari durante la guerra civile negli anni '90, le granate sono piene di esplosivi plastici e 3.000 sfere d'acciaio, adatte per gli attacchi alle trincee e ai bunker nemici. Quando Zuniga la toccò, azionò il detonatore.

La sua vicenda ha commosso la Svezia. E ha rilanciato il dibattito interno sull'escalation di violenze che sta modificando il volto di un paese noto finora per la pace sociale, il generoso welfare, il suo spirito di accoglienza. Un dibattito sempre più acceso, tanto più perché si lega a quello dell'integrazione degli immigrati.  

La guerra tra gang

Già, perché la granata che ha ucciso Zuniga proveniva molto probabilmente da una gang, la Varby Gard Network, che la polizia monitora da due anni. È guidata da un uomo tunisino e composta da immigrati di prima e seconda generazione dalla Finlandia, dai Balcani e dall'Africa, ha detto Lars Broms, un detective che sta indagando sulla morte di Zuniga. 

La Varby Gard Network controlla il commercio locale di droga e sta cercando di espandere il proprio raggio d'azione. Entrando in contrasto con altre gang svedesi. Secondo diversi esperti in Svezia è iniziata una guerra tra bande criminali. “Nelle grandi città, gli ospedali riportano scontri armati nei pronto soccorso e i dirigenti scolasti affermano che minacce e armi sono diventate un luogo comune”, scrive il New Yor Times. Poche settimane fa, due uomini di Uppsala, entrambi ventenni, sono stati arrestati con l'accusa di aver lanciato granate a casa di un impiegato di una banca che sta indagando su casi di frode.

Il mercato delle bombe a mano 

Quello delle granate è un mercato florido in Svezia. Le armi illegali spesso entrano in Svezia attraverso il ponte di Oresund, che collega il paese alla Danimarca: un tempo simbolo dell'Europa unita, adesso è sotto accusa perché associato al traffico di armi, droga ed esseri umani. Gran parte del problema è la fornitura di armi in eccedenza che provengono dalla ex Jugoslavia e che vengono vendute a poco prezzo: una bomba a mano costa 100 corone, circa 10 euro. A rifornirsi sono per l'appunto le bande criminali. 

I numeri sono impressionanti: nel 2015 sono state sequestrate dalla polizia 45 granate e altre 10 sono state fatte detonare. L'anno successivo, 55 sono state sequestrate e 35 fatte detonare. Altre 21 esplosioni si sono registrate nel 2017. “È strano - ha detto Manne Gerell, docente di criminologia all'Università di Malmoe, al New York Times - Non conosco nessun paese occidentale con un simile uso di bombe a mano. La nostra ipotesi è che siano usate per inviare un messaggio. Non tanto come un'arma, ma come uno strumento per intimidire. Non hai bisogno di mira perfetta. Non stai cercando di uccidere una persona in particolare”. 

Le elezioni di settembre e la questione immigrazione

I motivi importano poco alla destra svedese, che in vista delle elezioni di settembre sta cavalcando casi come quello di Zuniga per attaccare il modello di accoglienza e di integrazione svedese. Che finora, come ha dimostrato la vita dello stesso Zuniga, ha funzionato. Uno studio recente condotto su una banda di strada svedese ha dimostrato che il 24% dei suoi membri proveniva da famiglie svedesi di vecchia generazione e che il 42% di essi era nato in Svezia. 

Anche la polizia tiene a precisare che non si tratta solo di immigrati. E che il tasso di omicidi e di crimini violenti resta basso e a livelli più o meno stabili rispetto al passato. Ma è anche vero che ci sono zone della Svezia, soprattutto nei sobborghi dove si concentrano le famiglie più povere, che sono diventate inaccessibili alla stessa polizia. Inoltre, il numero di stupri è in aumento. E la polizia è stata oggetto di aggressioni. Tutto questo, unito alle aggressioni, alle sparatorie e ai lanci di granate, non fa che alimentare la paura. E favorire chi, come la destra, la cavalca per attaccare le politiche di accoglienza del governo socialdemocratico. 
 

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