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Domenica, 28 Aprile 2024
Falle della giustizia / Belgio

Un giudice poteva evitare l'attentato di Bruxelles

La Tunisia aveva chiesto l'estradizione dell'attentatore, ma non è stata eseguita. Nonostante le condanne a Lassoued, l'intelligence sembra avesse escluso la radicalizzazione

Un documento "sfuggito" alla magistratura belga avrebbe potuto evitare l'uccisione di due tifosi svedesi durante l'attentato a Bruxelles della scorsa settimana. È quanto emerso dalle ultime rivelazioni provenienti dal Belgio. Nel corso di una conferenza stampa del 22 ottobre il primo ministro Alexander De Croo ha affermato che il governo belga "si assume la propria responsabilità" per non aver estradato il terrorista tunisino Abdesalem Lassoued. Si tratta di un passo indietro rispetto alle prime ricostruzioni fornite da Bruxelles quando, subito dopo l’attacco, il ministro della Giustizia Vincent Van Quickenborne aveva denunciato la riluttanza di "alcuni paesi nordafricani a riprendere in carico" i cittadini le cui richieste di asilo erano state respinte. Un'affermazione rivelatasi in tal caso fuori luogo, essendo emerso che la Tunisia aveva richiesto l'estradizione del suo cittadino nell'agosto del 2022. La richiesta è rimasta però inevasa da parte del magistrato belga che doveva occuparsene.

Errore grave

Le autorità tunisine avevano chiesto al Belgio di far rientrare Lassoued, dato che l'uomo era considerato in entrambi i Paesi come un rischio per la sicurezza. Il magistrato belga competente non ha però dato seguito alla richiesta. Da quanto riportano i media locali, su 31 richieste di estradizione ricevute lo scorso anno, solo una non è stata eseguita: quella di Lassoued. Un errore reputato "monumentale". L'ammissione è arrivata il 20 ottobre, nel corso di una conferenza stampa annunciata con scarsissimo anticipo dallo stesso Van Quickenborne. Dopo la rivelazione, il capo del dicastero si è dimesso e al suo posto ha prestato giuramento Paul Van Tigchelt, ex vice capo dello staff di Van Quickenborne. Il pubblico ministero di Bruxelles, Tim De Wolf, ha accusato la carenza di personale nel suo ufficio per la mancata attuazione della richiesta di estradizione. Ha precisato che non si tratta di una "giustificazione", ma di un elemento che "aiuta a spiegare il corso degli eventi".

Interrogativi inquietanti

La società belga ed internazionale si interroga adesso se effettivamente, per un numero così esiguo di richieste di estradizione, sia davvero necessario aumentare i membri del personale della magistratura o se non si sia trattato piuttosto di una questione di superficialità, inadeguatezza e negligenza. Soprattutto, rimane l'inquietudine che ci siano altri casi simili di "terroristi" dormienti, che andrebbero espulsi, ma la cui documentazione riposa negli uffici di una magistratura distratta. In risposta all'attacco il Belgio ha annunciato nuove misure di sicurezza, assegnando personale aggiuntivo alla procura di Bruxelles, alla polizia giudiziaria federale e a quella ferroviaria. Il primo ministro De Croo ha promesso inoltre di rafforzare il flusso di informazioni tra il servizio immigrazione, la polizia e la magistratura. Il giornale Le Soir denuncia però l'assenza di trasparenza da parte del governo e delle istituzioni belghe. Dopo la conferenza stampa del capo del governo, il più prestigioso media del Paese ha riscontrato porte chiuse e nessuna risposta alle domande, doverose, che i giornalisti hanno posto in merito all'attentatore ed alla sua mancata espulsione.

Rischi sottovalutati

L'Organismo di coordinamento dell'analisi delle minacce (Ocam) ha ritenuto che Lassoued non rientrasse nella lista dei radicalizzati. Eppure l'uomo aveva già ricevuto due condanne, una per condotte violente in Svezia, e in precedenza per tentato omicidio in Tunisia, evadendo dal carcere nel 2011. L' autore dell'attentato aveva presentato richiesta di asilo in diversi paesi europei. Nel 2011 in la Norvegia, l'anno successivo in Svezia, nel 2014 in Italia. Respinto ogni volta, Abdesalem Lassoued aveva chiesto nuovamente asilo alla fine del 2019 in Belgio. Questa richiesta era stata respinta “per ragioni tecniche” , secondo quanto indicato indicato da Nicole de Moor, segretario di Stato belga per l'asilo e la migrazione. A quel punto nel 2021 un ordine di lasciare il territorio era stato emezzo nei confronti del tunisino. Infine la richiesta di estradizione arrivata dal suo Paese natio nell'agosto del 2022.

Riciclarsi in fretta

Se queste informazioni fossero note o meno, non è dato sapersi. L'Ocam ha detto che su tali quesiti risponderà in via prioritaria al Parlamento e al governo. Anche l'intelligence aveva esaminato i sospetti di radicalizzazione dell'attentatore, ma neppure loro da quel che risulta hanno adottato misure idonee per bloccare l'uomo. Mentre l'opinione pubblica si interroga con inquietudine su questi aspetti, l'ex ministro della giustizia Van Quickenborne, in ossequio al suo cognome, si è rapidamente riciclato e ha dichiarato il 23 ottobre che tornerà a rivestire l'incarico di sindaco di Courtrai, a cui aveva temporaneamente rinunciato per andare a lavorare per il governo federale.

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