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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Le armi italiane in crisi: dimezzato l’export nel 2018

Secondo la relazione annuale al Parlamento, le forniture made in Italy hanno fatto incassare 4,8 miliardi contro i 9,5 dell’anno precedente. Il primo mercato resta il Qatar, mentre nessuna bomba sarebbe stata venduta all’Arabia Saudita, accusata di usarle contro la popolazione civile in Yemen

L’export delle armi made in Italy ha subito una pesante battuta d’arresto nel 2018: il valore di bombe, elicotteri e altri strumenti di difesa (o di guerra, che dir si voglia) venduti all’estero si è arrestato sui 4,8 miliardi. Quasi la metà rispetto all’anno precedente, quando si erano toccati i 9,5 miliardi. E addirittura un terzo rispetto ai 14,6 miliardi raggiunti nel 2016, grazie anche alla fornitura di Eurofighter al Kuwait. E’ quanto emerge dalla relazione annuale al Parlamento in materia di armamenti.

Il Qatar resta il primo acquirente 

Stando a quanto scrive l’Ansa, che ha potuto visionare in anteprima il testo, le aziende produttrici armi con sede in Italia hanno esportato in 84 Paesi. In testa c’è il Qatar, che incide per 1,9 miliardi di euro anche con l'acquisto di 12 elicotteri NH-90. Seguono il Pakistan (682 milioni), la Turchia (362) e gli Emirati Arabi Uniti (220). Fortissima, invece, la contrazione delle vendite nell'Ue.

Guardando alle aree geografiche, quasi la metà dell’export (48%) ha riguardato l'Africa Settentrionale e il Vicino Medio Oriente. Un altro 22% ha riguardato l’Asia, mentre il 23%ha raggiunto Paesi europei.  Tra le tipologie di armamenti esportate dall'Italia, spicca la categoria degli "aeromobili", con 80 elicotteri, per un valore di 2,7 miliardi, seguita da "bombe, siluri, razzi, missili e accessori" per 459 milioni di euro. 

Leonardo leader di vendite

Per quanto riguarda le 126 società italiane beneficiarie di autorizzazione all'esportazione nel 2018, Leonardo si attesta al primo posto con 3,2 miliardi di euro (il 67,6% del totale), seguita da Rwm Italia, MBDA Italia, Iveco Defence e Rheinmetall Italia. Aumentano invece le importazioni di armamenti dall'estero nel 2018, per un valore di 497 milioni, di cui oltre il 65% proveniente dagli Stati Uniti. 

Il caso dell'Arabia Saudita

Da segnalare anche il fatto che nel 2018, nessuna bomba aerea prodotta in Italia è stata venduta all'Arabia Saudita, accusata di usarle contro la popolazione in Yemen (come successo di recente con l’attacco a un ospedale in cui sono morti 5 bambini). Il valore dell'export di armi italiane verso Riad è crollato da 427 milioni di euro del 2016 a soli 13 nel 2018. A quanto si apprende inoltre, la Rwm Italia, che produce bombe in Sardegna e la cui casa madre ha il quartiere generale in Germania, non ha avuto licenze di esportazione verso Riad nel 2018.

E’ vero anche, pero’, che le cose potrebbero cambiare nel 2019, dato che l’embargo alla vendita di armi  a Riad deciso da Berlino potrebbe spostare sull’azienda sarda la produzione delle 5mila bombe all’anno che l’Arabia Saudita acquista dalla casa madre tedesca di Rwh. Nel novembre scorso, i responsabili dello stabilimento sardo avrebbero chiesto alle autorità locali il permesso di costruire nuovi magazzini. 

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