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Martedì, 23 Aprile 2024
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Ecco come la lobby del latte in polvere convince le donne più povere a non allattare

Viaggi offerti a medici e infermieri per conquistare la loro fedeltà, uso massiccio di pubblicità negli ospedali. In barba al codice dell'Organizzazione mondiale della sanità. E alla salute dei bambini

Quello del latte in polvere è un mercato molto redditizio ma dare questo prodotto ai bambini può essere a volte pericoloso perché nelle zone più povere del mondo non sempre l'acqua è di ottima qualità, e può veicolare malattie. Ma queste considerazioni non sembrerebbero interessare molto le grandi multinazionali del settore, stando a quanto denuncia un'inchiesta condotta dal Guardian e da Save the Children.  Nonostante il codice internazionale dell'Organizzazione mondiale della sanità lo proibisca, infatti, i big del settore userebbero metodi aggressivi, clandestini e spesso illegali per indirizzare le madri nelle zone più povere del mondo a scegliere latte in polvere per l'allattamento.

Il caso delle Filippine

E' quanto sarebbe successo, secondo l'inchiesta di Guardian e Save the Children, in alcune delle aree più povere delle Filippine dove Nestlé e altre tre aziende offrivano a medici, ostetriche e operatori sanitari locali viaggi gratuiti per conferenze, pasti, biglietti per spettacoli e cinema e persino per il gioco d'azzardo online, per guadagnare la loro lealtà e fare consigliare alle loro assistite l'utilizzo di latte in polvere.

Secondo l'inchiesta i rappresentanti di Nestlé, Abbott, Mead Johnson e Wyeth (quest'ultima ora di proprietà di Nestlé) avrebbero una presenza massiccia negli ospedali delle Filippine, e lì le percentuali di allattamento esclusivo al seno nei primi sei mesi di vita del bambino sono bassissime, solo il 34%. Qui, secondo quanto riferito dal quotidiano britannico, le multinazionali distribuiscono opuscoli sull'alimentazione infantile alle madri, che sembrano essere consigli medici, ma in realtà raccomandano marche di formule specifiche e talvolta hanno addirittura dei buoni sconto. E con ottimi risultati.

Il codice dell'Oms

Il codice internazionale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità impedisce esplicitamente alle aziende del settore di prendere direttamente di mira madri e operatori sanitari e limita la pubblicità. Soprattutto nei Paesi più poveri queste pratiche sono sconsigliate perché c'è un maggior rischio per i piccoli di contrarre polmonite e diarrea e, con la mancanza di accesso alle cure sanitarie, le madri sono meno informate sui benefici dell'allattamento al seno. Come se non bastasse le tattiche mirate nei confronti di madri e ostetriche violano direttamente le leggi delle Filippine e il codice internazionalmente riconosciuto. Quest'ultimo è stato redatto nel 1981 proprio in risposta alle pratiche aggressive della Nestlé nei Paesi in via di sviluppo.

Messico e Cile

E che le pratiche di promozione e pubblicitarie siano molto efficaci lo dimostra il rapporto Save the Children che mostra come, ad esempio, In Messico, dove solo il 31% dei bambini è allattato esclusivamente al seno per i primi sei mesi, il 50% delle madri ha dichiarato di aver ricevuto latte in polvere direttamente dal proprio medico. In Cile il 75% di medici, infermieri e ostetriche negli ospedali ha riferito che ci sono costantemente visite di rappresentanti delle aziende del settore nelle strutture ospedaliere.

La replica della Nestlé

Le aziende dal canto loro hanno negato le accuse. "Questa immagine non rappresenta la cultura e le pratiche commerciali di Nestlé", ha scritto l'azienda in una nota in cui assicura che "la prima e più fondamentale espressione del nostro rispetto per le madri e i bambini è il supporto per l'allattamento al seno, il rispetto della legge e le nostre procedure rigorose”.

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