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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Albania e Macedonia del Nord al posto del Regno Unito, l'Ue spinge per l'adesione

Una lettera firmata da Juncker, von der Leyen, Sassoli e Tusk rivela l’intenzione delle istituzioni europee di aprire “entro ottobre” i negoziati con i due Paesi balcanici

Fuori i britannici, dento albanesi e macedoni. Potrebbe essere questo il futuro dell’Unione europea, prossima ad essere abbandonata dal Regno Unito, ma anche in procinto di cominciare i negoziati per l’adesione dei due Paesi balcanici. Albania e Macedonia del Nord “hanno fatto quello che abbiamo chiesto loro di fare”, dimostrando “uno sforzo significativo da parte dei loro cittadini, per i quali la prospettiva europea è stata una grande fonte di motivazione e determinazione”. È quanto si legge una lettera firmata dai “pesi massimi” dell’Ue: i presidenti uscenti di Commissione e Consiglio, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, il presidente dell’Eurocamera, David Sassoli, e la neo-presidente dell’esecutivo Ue, la tedesca Ursula von der Leyen.

L'integrazione europea

“Fare un passo verso l'integrazione di quei Paesi europei che hanno manifestato interesse e hanno soddisfatto i requisiti per l'avvio del processo di adesione”, secondo i vertici dell'Unione, contribuirà a raggiungere gli obiettivi dell'Ue di “sostenere il suo ruolo internazionale e proteggere i propri interessi”. 

“Non c'è garanzia di successo”, avverte Bruxelles. Si precisa che l’ingresso dei due Stati balcanici “non avverrà dall'oggi al domani” e sia Tirana che Skopje “ne sono consapevoli”.

L'economia albanese in crescita

Albania e Macedonia del Nord contano rispettivamente 2,8 e 2,1 milioni di abitanti. Dal 2014 in poi l'economia albanese è costantemente migliorata e la crescita economica ha raggiunto il +3,8% nel 2017. Le rimesse degli albanesi all’estero, importante voce in capitolo della ricchezza nazionale, sono diminuite dal 12-15% dell’intero Pil prima della crisi finanziaria del 2008 al 5,8% nel 2015. Un calo dovuto alle ristrettezze economiche subite dagli albanesi residenti in Grecia e in Italia. Il Pil pro capite nel 2017 veniva stimato intorno ai 12.500 dollari, contro i 14.900 dei vicini macedoni. 

Speranze e paure della "giovane" Macedonia del Nord

Una volta raggiunta l’indipendenza nel 1991, la Macedonia del Nord ha intrapreso la strada della liberalizzazione economica volta a migliorare il tessuto imprenditoriale. Le sue basse aliquote fiscali hanno contribuito ad attrarre investimenti stranieri, che sono ancora modesti se paragonati al resto d'Europa. Corruzione e debolezze dello Stato di diritto rimangono problemi irrisolti per il Paese, così come per l’intera regione balcanica. Negli ultimi anni, a causa di una crisi politica interna e della situazione finanziaria globale, l’economia ha affrontato un periodo di sofferenza, con un rallentamento della crescita del Pil nel biennio 2016-2017 e un calo degli investimenti sia privati ​​che pubblici.

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