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Venerdì, 26 Aprile 2024
L'allarme

Kalashnikov e camere di tortura: i baby narcos che spaventano l'Europa

L'Europol denuncia il ricorso ai ragazzini per spacciare e lottare contro la polizia. Violenze legate soprattutto a cocaina e cannabis, in cima alle preferenaze dei consumatori

Bambini armati di kalashnikov e camere di tortura nascoste tra i container in cui viene spedita la cocaina. I narcotrafficanti in Europa stanno diventando sempre più capillari e spietati, secondo quanto emerge da un rapporto dell'Europol, che dipinge l'Europa come un continente affamato di droga e dova la criminalità organizzata gestisce questo florido mercato. La posta in gioco vale ormai circa trenta miliardi di euro, contesi da bande violente, che lottano le une contro le altre senza scrupoli, coinvolgendo ragazzini sin dalla tenera età. 

Le droghe più consumate

I risultati dello studio sui mercati della droga sono stati presentati in una conferenza stampa tenuta il 7 marzo a Bruxelles dall'Agenzia europea per le forze dell'ordine, Europol, e dall'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Oedt). Il panorama europeo delle droghe è estremamente variegato, ma a farla da padrone sono le importazioni di cocaina e le esportazioni di ecstasy, che nel 2022 hanno raggiunto cifre da record. L'anima violenta di questo commercio illegale emerge soprattutto in relazione allo spaccio di cocaina e di cannabis, che secondo i dati delle agenzie autrici del report rimane la droga più consumata nell'Unione europea. Nel 2021 sono state sequestrate 300 tonnellate di droga, con Belgio, Paesi Bassi e Olanda che si confermano i principali punti di ingresso delle droghe in Europa.

Camere di tortura nei container

Secondo Alexis Goosdeel, direttore dell'Oedt, l'Europa sta assistendo ad un livello di violenza legata alla droga pari a quello dei paesi latinoamericani. "Abbiamo persino trovato stanze di tortura nell'Ue", ha dichiarato Catherine De Bolle, direttrice esecutiva di Europol. "Non le avevo mai viste prima. Finora erano state utilizzate in America Latina, ma non nell'Ue", ha aggiunto nel corso della conferenza stampa. Pur non avendo specificato di quale caso si trattasse, le cronache raccontano che "container con camere di tortura" sono stati trovati nel 2020 nei pressi del porto di Rotterdam, nei Paesi Bassi. Per quel caso ci sono state diverse condanne al carcere. Nonostante non si sappia se altre stanze di tortura vengano utilizzate in Europa, quel caso è stato un "campanello d'allarme" per le forze dell'ordine del vecchio continente.

Giovanissimi affiliati al narco-traffico

Il dato che preoccupa maggiormente è quello relativo all'età degli adolescenti che vengono affiliati e coinvolti nelle attività dei narco-trafficanti. Sono sempre più giovani e armati, raccontano le statistiche raccolte dall'Europol. A Marsiglia (considerata la capitale europea per numero di morti legati al narcotraffico), bande di adolescenti armati sono in lotta con la polizia, mentre ragazzini che potrebbero essere considerati dei bambini si uccidono a vicenda coi kalashnikov per occupare i territori e le piazze di spaccio. Altra funzione affidata ai minori consiste nell'estrarre dai cointaner nei porti i carichi di cocaina, come avvenuto in decine di casi rilevati dalle autorità ad Anversa e a Rotterdam. "Intere famiglie vivono del reddito che ottengono attraverso i giovani che lavorano per gruppi criminali", ha affermato De Bolle di Europol alla stampa.

Proibizionismo o gestione? 

A livello europeo le risposte da parte della politica sono contrastanti. Alcuni chiedono pene più severe e di rinfoltire i budget destinati alla sicurezza, altri sostengono che è arrivato il momento di legalizzare il mercato, dato che l'approccio proibizionista non ha dato i suoi frutti, ma ha solo esacerbato gli animi e reso più violenti i signori della droga. In prima fila per delle soluzioni "alternative" c'è il sindaco di Amsterdam. "La regolamentazione del mercato, i monopoli governativi o la fornitura per scopi medici sono solo alcune delle possibili alternative, non necessariamente esclusive", ha scritto sul Guardian Femke Halsema, alla guida della città olandese. I Paesi Bassi rischiano altrimenti di trasformarsi in un "narco-Stato", ha messo in guardia il sindaco. Di stampo più tradizionale e repressiva la risposta del Belgio, che guida il semestre europeo e sta affrontando una grave crisi di sicurezza, con sparatorie a poche centinaia di metri dalle istituzioni europee. Il governo federale si è concentrato finora sull'inasprimento della sicurezza nei porti e sull'aumento della collaborazione con il settore privato attraverso la nuova Alleanza europea dei porti.

Picco di consumi

A febbraio la ministra dell'Interno belga Annelies Verlinden si è recata in Bolivia per firmare una dichiarazione congiunta con i paesi dell'America Latina per affrontare insieme la "questione della droga globale" nei prossimi cinque anni. Come ricordato anche da Colombia ed Ecuador però, l'Europa deve preoccuparsi innanzitutto di quello che succede al suo interno in termini di consumatori. Amsterdam, Bruxelles e Lisbona sono in cima alla lista delle città col consumo più alto di cocaina al mondo. Il valore della cannabis avrebbe raggiunto i 12 miliardi di euro, mentre la cocaina si ferma ad 11,6 miliardi. Secondo Goosdeel dell'Osservatorio europeo delle droghe non si tratta però di criminalizzare i tossicodipendenti. "Non è il momento di lanciare una lotta contro i consumatori. È una lotta per proteggere i nostri cittadini", ha sottolineato il direttore dell'Oedt. 

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