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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Non hanno indagato sulle accuse di stupro, la polizia condannata a risarcire le vittime

E' successo nel Regno Unito. Gli agenti non avevano dato seguito alle denunce di due donne che avevano raccontato di essere state drogate e violentate. Si scopri' solo in seguito che l'autore del reato era una stupratore seriale, oggi in carcere per 19 crimini sessuali. Polemiche contro la premier Theresa May per il suo sostegno alle forze dell'ordine

Le avevano prese per delle mitomani. O nel migliore dei casi, non avevano dato abbastanza peso alle loro denunce. Eppure, chi le aveva violentate, aveva colpito tante altre volte, facendo, secondo quanto si sospetta adesso, oltre 100 vittime. E solo dopo anni dalla prima denuncia, lo stupratore seriale è stato arrestato e condannato. Ma per DSD e NBV (si conoscono solo le iniziali) l'arresto del loro aguzzino non bastava e hanno portato alla sbarra la polizia di Londra, che non aveva creduto alle loro versioni. Ottenendo, dopo una lunga e controversa battaglia legale, un risarcimento storico per la giustizia del Regno Unito. E forse del resto d'Europa.

Una sentenza "europea"

Già, perché la Corte suprema britannica ha deciso di condannare il corpo di polizia richiamndo l'articolo 3 della Convenzione sui diritti umani del Consiglio d'Europa, che stabilisce che gli Stati sono obbligati “a condurre un'indagine efficace sui crimini che comportano gravi violenze alle persone”. Cosa che gli agenti che raccolsero le prime denunce non fecero.

Il caso 

Gli strupri di DSD e NBV risalgono rispettivamente al 2003 e al 2007. Ma solo nel 2008, la polizia ha avviato una vera indagine. A spingerli all'azione era stato il filo rosso che aveva cominciato a legare tante altre accuse di stupro. Il metodo era sempre lo stesso: le vittime venivano prima drogate e poi violentate. 

Si scopri' in seguito che l'autore era un tassista, tale John Worboys, oggi in carcere per aver stuprato 12 donne. Ma secondo chi ha seguito il caso al fianco delle vittime, le violenze potrebbero essere 105. “Se aveste fatto bene il vostro lavoro, non ci sarebbero state tutte queste vittime”, ha dichiarato in aula DSD.

Le accuse alla premier May

La vicenda ha avuto una forte eco in tutto il Regno Unito. E ha coinvolto anche la politica, in particolare la premier Theresa May, che in un primo momento si era schierata al fianco della polizia. “May, quando era segretario di Stato, aveva dato la sua solidarietà agli agenti prima che la Corte suprema decidesse sul caso – attacca Debaleena Dasgupta, avvocato del gruppo per i diritti umani Liberty, che ha sostenuto le vittime nel processo - Abbiamo bisogno che le vittime di stupro possano andare nei tribunali britannici per far valere i loro diritti, qualcosa che May ha cercato di fermare”. “Trovo ironico – ha commentato DSD - che la stessa May che prima ha sostenuto la polizia, a poche settimane dalla sentenza abbia espresso vicinanza a una delle vittime. La trovo a livello personale un po' ipocrita".

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