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Giovedì, 28 Marzo 2024
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L'aborto negato in Europa: ecco la mappa degli Stati dove è ancora vietato

Domani il voto in Irlanda per legalizzarlo. Ma sono diversi i paesi europei in cui l'interruzione di gravidanza è ancora proibita. Le leggi più severe a Malta dove lo Stato non fa eccezione nemmeno in caso di pericolo di vita per la donna. In Danimarca invece l'IGV è consentita anche per motivi socioeconomici

Con il referendum di domani 25 maggio, i cittadini irlandesi decideranno se continuare a vietare l'aborto nel Paese o renderlo legale. Al momento l'interruzione di gravidanza è concessa soltanto in caso di pericolo di vita della donna, e chi lo pratica illegalmente rischia fino a 14 anni di galera. Nella maggior parte dei Paesi membri dell'Unione europea l'aborto è invece consentito entro 12 settimane dal concepimento (in Italia 90 giorni), ma ci sono Paesi in cui, come l'Irlanda, la pratica è ancora proibita.

Malta e Cipro

Lo Stato in cui il divieto è più forte è Malta. Nell'isola l'interruzione di gravidanza non è concessa in nessuna circostanza, neanche in caso di rischio di vita per la madre. La donna rischia dai 18 mesi a tre anni di prigione e il medico che la assiste può essere bandito per sempre dalla professione e finire in galera per 4 anni. Anche nell'altra isola del Mediterraneo, Cipro, la pratica dell'aborto è vietata, tranne nel caso in cui la donna sia in pericolo di vita, quando ci sono severi rischi per la sua salute fisica o mentale o in caso di stupro.

Polonia

Anche in Polonia l'interruzione di gravidanza è consentita solo in caso di estremo pericolo per la madre, se il feto ha subito gravissime malformazioni o se la gravidanza è frutto di stupro o incesto. Tutto questo sempre nelle prime 12 settimane dal concepimento. Pochi mesi fa il governo conservatore aveva provato a rendere ancora più restrittiva la legge, ma la forte opposizione popolare, con migliaia di donne e uomini che sono scesi in piazza per protestare, è stata alla fine ascoltata e il Parlamento ha bocciato il provvedimento.

Regno Unito

Nel Regno Unito l'aborto è consentito fino a 24 settimane, ma serve il parere positivo di due medici. Fa eccezione però l'Irlanda del Nord dove, come nel resto dell'isola, la pratica è completamente vietata. Nemmeno in casi estremi, come lo stupro o le malformazioni del feto, una donna nord-irlandese può ricorrere all’aborto, nonostante nel novembre del 2015 la Corte Suprema di Belfast abbia dichiarato la legge sull’aborto una violazione dei diritti umani, chiedendo di estendere al diritto anche ai casi di stupro e serie malformazioni del feto. Come nella Repubblica d'Irlanda le donne in questa parte del Regno Unito sono solite andare in Gran Bretagna per compiere un'interruzione di gravidanza o addirittura in alcuni casi comprare pillole abortive illegali online, pratica questa molto pericolosa.

San Marino, Liechtenstein e Monaco

Ci sono poi altri staterelli che non consentono la pratica dell'aborto in Europa. Nel Liechtenstein, a San Marino e nel Principato di Andorra l’aborto è illegale ad eccezione dei casi in cui la donna è in pericolo di vita. Nello Stato Vaticano invece, come a Malta, non è consentito in nessuna circostanza.

Come sottolinea il progetto on line “abortion clunic.eu” del Gynmed Clinic di Vienna, che monitora lo stato delle interruzioni di gravidanza in Europa, le restrizioni sull’aborto“sono più severe e stringenti in Paesi di fede cattolica”. Nell'Unione europea è invece la Danimarca il Paese che ha la legge più liberale. Lo Stato nord europeo permette l’aborto nel secondo trimestre di gravidanza anche per “motivi socioeconomici”, sebbene dietro il rilascio di una particolare autorizzazione.

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