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Martedì, 19 Marzo 2024
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Salvini show a Strasburgo: tra applausi alla 'senegalese', selfie e polemiche, il leader leghista distilla il suo pensiero

L'euro è una "moneta sbagliata, ma uscirne non è auspicabile"; l'Europa "non guarda a uomini e donne" ma per abbandonarla bisognerà riformare la Costituzione. Quanto all'Italia, aperture timide a 5 Stelle, chiusura netta a "Renzi, Boschi e Gentiloni"

Tra applausi, proteste dei reporter, foto, selfie, calorose pacche sulle spalle ed accuse, di un giornalista austriaco, di fare "come in Senegal, osannando il leader di turno", Matteo Salvini ha fatto oggi la sua ultima apparizione a Strasburgo da eurodeputato.

Un'apparizione trionfante e trionfale, esaltato dai colleghi, assistenti e funzionari del gruppo ENF, quell'Europa delle Nazioni e della Libertà in cui figurano anche i francesi dell'ex Front National e gli austriaci del FPO, per una conferenza stampa in cui il leader della Lega ha voluto distillare il suo pensiero su governo, alleanze ed Europa. 

"Riporteremo al centro gli uomini, ridurremo le tasse"

"Questa Europa non guarda a uomini e donne ma a numeri e consumatori", ha esordito Salvini, noi "riporteremo al centro gli uomini: la precarietà chiesta dalla Ue è ormai legge, sono stati tagliati i fondi a comuni, ospedali, forze dell’ordine, abbiamo perso il controllo di metà delle grandi aziende italiane ed ora qualcuno a Bruxelles si attende una manovra con più tasse, ma noi faremo esattamento il contrario riducendole al 15%, con quella flax tax già vigente in 7 paesi Ue (sono sei, ndr) quindi nessuno potrà dirci che non si può fare".

"Più che sul 3%, misuratemi sul numero di bambini che nascono"

Toni belligeranti che prendono di mira uno degli obiettivi preferiti del leader leghista: il limite del 3% del rapporto deficit/Pil. "Il 3% fa parte di quelle regole scritte a tavolino che se fanno star meglio i cittadini, bene, ma se per quei vincoli dobbiamo chiudere e precarizzare, allora no. Se serve, ignoreremo il tetto del 3%". "Più che sul 3%, più che sui numeri e sullo spread - dirà poco dopo - voglio che il governo della Lega sia misurato sul numero di bambini che nascono".

Via dall'euro e dalla Ue? "Non è auspicabile"

Una dichiarazione di intenti che però non vuol dire dichiarare guerra totale all'euro, ossia alla moneta che si sostiene sull'architettura di Maastricht: "l'euro era, è e rimane una moneta sbagliata, ma non esiste un’uscita possibile", chiarisce Salvini. "I nostri esperti - aggiunge - stanno studiando un piano B nel caso che da Bruxelles arrivino solo dei no, contiamo di riuscire da persone di buon senso a rinegoziare trattati e vincoli, l'uscita dall’euro solitaria e improvvisa non è auspicabile". Il piano B, chiarisce poi a margine della conferenza stampa, è negarsi a pagare il contributo annuale "di 20 miliardi di euro" alle casse comunitarie in caso di mancato accordo sulle richieste che verranno da Roma.

Salvini: "Impossibile uscire ora dall'Euro, ma abbiamo un piano B"

Quanto alla possibilità di lasciare, al pari dei britannici, il club comunitario, Salvini manda la palla in tribuna: "purtroppo in Italia non è possibile fare referendum sui trattati internazionali, per farlo ci vuole una modifica della Costituzione. Nel nostro programma c'è la mofidica della Costituzione, ma ci vorrà del tempo".

Immigrazione: "L'Europa non può essere un enorme campo profughi"

Sul capitolo immigrazione, Salvini prende di mira il Commissario Ue Avramapoulos: lui "dice che la linea politica italiana non potrà cambiare, io gli dico che lo lasci decidere al governo italiano: con la Lega ci saranno meno sbarchi e più rimpatri. L'Europa non può essere un enorme campo profughi".

"Nel 2019 finisca inciucio popolari-socialisti in Europa"

E proprio sull'Europa, la speranza del leader leghista è "che il voto degli italiani sia l'anticamera per gli altri Paesi Ue" e che così alle europee del 2019 "finisca l'inciucio tra popolari e socialisti che ha mal governato l'Europa per troppi anni", riportando la Ue alla sua origine di "Comunità europea, una comunità di Stati" e non "un'Unione".

Alleanze? "Lega e M5s molto diversi. Mai con Renzi, Boschi e Gentiloni" 

Poi la partita dall'Ue si sposta in Italia, sulle alleanze. E qui arriva una differenziazione dai 5 Stelle ed una chiusura netta al Pd, almeno a quello di "Renzi, Boschi e Gentiloni". "I programmi" della Lega e dei grillini "sono molto diversi, ha vinto la coalizione di centrodestra, non è autosufficiente alla Camera e al Senato. Sicuramente - ha precisato - non posso allearmi con chi ha male governato negli ultimi sei anni, ipotesi di governi con Renzi, Boschi o Gentiloni sono inimmaginabili, l'obiettivo è un governo di centrodestra con un programma di centrodestra poi chi vivrà vedrà".

Quindi niente smanie "di andare al governo con chiunque, se devo tirar dentro chi è stato bocciato dagli italiani la settimana scorsa assolutamente no". E nessuna voglia nemmeno di un esecutivo di minoranza: "preferirei non avere un governo che ogni quarto d'ora deve cercare due perlamentari che sono in bagno per far passare una legge importante". 

"Programma di governo da presentare in Parlamento, non ai partiti"

La via d'uscita che propone ora Salvini è in primis quella del confronto nella coalizione, "vedremo stasera con Berlusconi e Meloni", e quindi quella di "un programma di governo per i prossimi 5 anni da proporre al Parlamento, non ai partiti - ha precisato - ma al Parlamento". "Su questo programma di governo - ha continuato - se ci sarà una maggioranza, allora mi prenderò l'onore e l'onere di guidare il Paese". E se il premier fosse l'ex governatore lombardo Roberto Maroni? Ipotesi respinta: "Il premier di Lega e centrodestra sono io", taglia corto Salvini.

 

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