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Venerdì, 26 Aprile 2024
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La Brexit costa cara, lo dice lo stesso governo May. "Crescita giù fino all'8% sul lungo periodo"

BuzzFeed News svela uno studio riservato del ministero: tre scenari e tutti in perdita per la Gran Bretagna. E l'uscita dalla Ue non potrà essere compensata da accordi bilaterali con paesi terzi come Usa, Cina e India. E nemmeno puntando sul Commonwealth

Peggio fuori che dentro: la Brexit costerà assai cara ai britannici. E la fonte non può essere che la più attendibile, lo stesso governo britannico. Secondo quanto sostiene il sito di informazione BuzzFeed News, che ha avuto accesso a un documento riservato messo a punto dai servizi del ministro della Brexit David Davis, il governo di Theres May soppesa tre scenari e in tutti e tre ne esce perdendo. Anche di brutto.

Tre scenari, tre disastri

Con un accordo di libero scambio, sulla scia del CETA sottoscritto tra Ue e Canada, un precedente già ventilato dalla May, la crescita britannica calerebbe del 5% nei prossimi 15 anni. Peggio ancora andrà al Regno Unito se tra Londra e Bruxelles il divorzio non sarà consensuale: con una Brexit dura la cinghia si tira dell'8%. Andrebbe meglio solo se con la separazione si salvassero i piatti e la Gran Bretagna restasse nel mercato comune, pur senza poter prendere alcuna decisione in merito alle regole del club. Con questa ipotesi il rallentamento si farebbe comunque sentire, ma sarebbe minore: meno 2%. 

Dati in rosso e che oltretutto non tengono conto dei costi di breve periodo derivanti della Brexit, come le risorse finanziarie da dedicare ai controlli doganali o ad altri aggiustamenti economici, e il conto da pagare a Bruxelles prima di abbandonare la barca, e soprattutto l'erario, comunitario.

Perdite in tutti i settori

Le conseguenze più negative deriverebbero dalla decisione del governo May di lasciare, oltre che l'Ue, sia il mercato comune che l'unione doganale. L'economia britannica si troverebbe così a confrontarsi con barriere non-tariffarie, con una riduzione dell'accesso al mercato europeo in diversi settori e con la necessità di instaurare controlli doganali.

Tutti i settori dell'economia e tutte le regioni del Regno Unito subirebbero un impatto negativo a causa della Brexit e lo status di Londra come centro finanziario potrebbe essere danneggiato, un rischio d'altronde conosciuto, tanto che nella City in ben pochi hanno votato per il Brexit.

L'Ue non si sostituisce con Usa, Cina e Commonwealth

L'idea di compensare le perdite sul fronte europeo con accordi commerciali con paesi terzi, senza i vincoli imposti da Bruxelles, non pallierebbe di molto la situazione. Secondo lo studio svelato da BuzzFeed, un patto commerciale con gli Usa consentirebbe infatti un aumento del Pil britannico di appena lo 0,2% nel lungo periodo, mentre intese con altre potenze come Cina, India, Australia e paesi del Golfo o quelli con i paesi del Sud Est Asiatico e del Mercosur darebbero un impulso complessivo tra lo 0,1% e lo 0,4% all'economia del Regno Unito. L'idea di voltare le spalle alla Ue per rifugiarsi nel caro vecchio Commonwealth è molto romantica, ma non altrettanto economicamente vantaggiosa. 

Rapporto tenuto segreto

Vista la situazione, non sorprende che il governo May abbia deciso di tenere riservato lo studio, a cui avrebbero avuto accesso solo i ministri del suo esecutivo in vista di una riunine del sotto-comitato Brexit previsto per la prossima settimana. I dati rischiano di far alzar ancor più la voce di chi reclama un secondo referendum, anche se per ora questa eventualità è stata rigettata tanto dalla May quanto dal leader dei laburisti Corbyn.  

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