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Giovedì, 28 Marzo 2024
Ambiente

Allarme Ue: "Incendi in forte aumento. Anche il Nord Europa in pericolo"

Bruxelles avverte del rischio 'oscurato' dal coronavirus. Il problema dei roghi ormai non riguarda più solo il sud del continente

L’emergenza della pandemia di coronavirus e la lotta contro il tempo per limitarne i devastanti effetti sull’economia europea spostano in secondo piano tanti problemi da non trascurare. Uno di questi è sicuramente quello degli incendi boschivi, che con l'avvicinarsi dell'estate si ripresentano nel 2020 con un indice di pericolosità maggiore rispetto alla media del decennio che ci siamo lasciati alle spalle. È quanto affermano i dati raccolti dal sistema europeo centralizzato di informazione sui roghi delle foreste (Effis), che mettono in evidenza il raffronto tra l’anno in corso, nel quale sono già andati in fiamme 147.949 ettari, e il periodo 2008-2019, nel quale - in media - a inizio giugno si contavano ‘appena’ 40.485 ettari di foreste andati in fumo in tutta l’Ue. 

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L'allarme della Commissione

Secondo le proiezioni Ue e degli Stati membri “le aree che sono soggette a incendi non si trovano più solo nell'Europa del Sud, ma anche nell'Europa centrale e nella parte nord” del continente, ha detto il commissario alla Gestione delle crisi, Janez Lenarcic, interrogato da Europa Today circa il rischio stimato sui roghi relativo all’estate che sta per cominciare. “Si stanno verificando incendi in luoghi dove non sono mai avvenuti”, ha spiegato con preoccupazione l’ex diplomatico sloveno. Per questa estate “valutiamo i rischi di incendi alti in termini di numero e aree incendiate. Non saprei dire se più alti dello scorso anno, che è stato un anno record, ma ci aspettiamo che sarà sopra la media di 10 anni", ha detto Lenarcic.

Boschi in fumo, timori in Romania e Francia

L’allarme sui roghi in aree ‘nuove’ da parte del commissario europeo è fondato sulle cifre che vedono gli incendi in Italia in aumento (3.431 ettari al 2 giugno 2020 a fronte di una media di 1.332 nello stesso periodo degli anni precedenti), ma di volumi ben lontani rispetto ad altri Paesi Ue. In Romania, ad esempio, sono già andati in fiamme circa 78mila ettari contro una media storica di circa 8.500. In Francia, i roghi risultano il triplo rispetto alla media dei dieci anni precedenti: 12.382 ettari nel 2020 a fronte di 4.369 ettari del periodo 2008-2019. Sensibile aumento anche nei Paesi Bassi, dove figurano 837 ettari di terra bruciata a fronte di una media di 55 ettari in fiamme al 2 giugno degli anni precedenti.

Ultime rilevazioni sul clima

Dati da non trascurare arrivano inoltre sul fronte climatico. “A livello globale, l'aprile 2020 è stato alla pari del precedente aprile più caldo mai registrato (nel 2016)”, afferma l’Osservatorio Copernico sul cambiamento climatico. I servizi meteorologici elvetici, ad esempio, “hanno riportato una temperatura media in Svizzera nel mese di aprile superiore di 3°C alla media 1991-2020 e quasi 5°C più calda della media del 1871-1900”.  “Le temperature altrove in Europa sono state meno estreme”, affermano gli studiosi, che rilevano condizioni climatiche “più fredde rispetto alla media nell’Est del continente, in contrasto con le temperature molto al di sopra della media che si sono verificate nel tardo autunno e nei mesi invernali del 2019/20”.

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