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Sabato, 27 Aprile 2024
Il futuro delle rinnovabili / Belgio

Dove nascerà la prima isola artificiale per l'energia

Si chiamerà Principessa Elisabeth, in onore dell'erede al trono del Belgio e sorgerà al largo del mar del Nord. Concentrerà tutta la produzione elettrica proveniente dai parchi eolici

Un’isola artificiale verrà creata al largo delle coste del Belgio. Non si tratterà di un atollo per ricchi alla ricerca di privacy, ma di un nodo fondamentale per l'energia in Europa. L'isola, i cui lavori inizieranno nel 2024 e dovrebbero essere completati entro il 2026, verrà battezzata Princesse Elisabeth, in onore dell'erede al trono della monarchi belga, la giovane Elisabetta. L'obiettivo è quello di realizzare un hub per l’energia eolica prodotta nel Mare del Nord, che rafforzi l'indipendenza energetica di vari Paesi dell'Ue, che hanno necessità di liberarsi dai vincoli derivanti dall'acquisto di energia da Paesi come la Russia.

La struttura

Piazzata a 45 chilometri dalla costa belga, l'isola avrà un territorio di circa cinque ettari sulla superficie dell'acqua, mentre tra i 20 e i 25 ettari saranno sott'acqua. Per realizzarla verranno impiantati dei box di cemento riempiti di sabbia su cui poggerà tutta l'infrastruttura che costituirà il nodo della rete elettrica. Oltre a connettere i parchi eolici del Belgio, l'hub consentirà collegamenti anche con la produzione elettrica di Gran Bretagna e Danimarca. In tal modo verrà creata un'enorme rete europea nel Mare del Nord. Secondo Chris Peeters, amministratore delegato del gruppo Elia, la società che gestisce la rete elettrica belga, l'isola artificiale rappresenta il primo passo per una maggiore indipendenza energetica.

Guadagno energetico

La capacità produttiva attuale è di 2 gigawatt di elettricità offshore, ma grazie all'isola dovrebbe salire a 8 o addirittura 10 gigawatt entro il 2040. Per collegare tutti i futuri impianti offshore alla rete belga ad alta tensione, saranno necessari 300 km di cavi in corrente alternata e 60 km di cavi di corrente continua. "Quest'isola costerà meno e ridurrà l'impatto ecologico dei parchi eolici offshore perché concentrerà su due cavi collegati al continente tutta la produzione di elettricità dai nostri parchi eolici. Non avremo l'effetto 'spaghetti' di una rete multipla di cavi sul fondo del mare", ha precisato alla tv pubblica belga Rtbf Markus Berger, responsabile delle infrastrutture di Elia.

Difficoltà

Il progetto dovrebbe ricevere una sovvenzione di circa 100 milioni di euro dalla Commissione europea nell’ambito del piano di ripresa post-Covid-19 del Belgio. Va precisato che la produzione di energia dalle rinnovabili non è continua, quindi sarà sempre necessario produrre elettricità sulla terra per compensare l'intermittenza di quella proveniente dai parchi eolici. L'altro problema riguarda la sicurezza dell'impianto. Dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina questo tipo di strutture è diventato particolarmente sensibile. "Il Mare del Nord sta diventando la potenza della nostra indipendenza energetica, ma a seguito degli atti di sabotaggio inflitti ai gasdotti Nord Stream, è diventato più cruciale che mai per noi proteggere tali infrastrutture critiche da sabotaggi e attacchi", aveva precisato già nel 2022 il ministro belga del Mare del Nord Vincent Van Quickenborne.

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