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Venerdì, 26 Aprile 2024
Ambiente

Ambiente, i ritardi delll'Italia costano caro: multe Ue per 548 milioni. E non è finita

E' quanto emerge dal dossier "Italia chiama Europa - L'Ambiente ritrovato", presentato dal Wwf. Il grosso delle sanzioni per discariche e rifiuti

I ritardi dell'Italia nell'adeguarsi alle normative europee in difesa dell'ambiente e della salute dei cittadini ci costano caro: al 31 dicembre 2018, infatti, il nostro Paese ha dovuto pagare ben 548 milioni di euro per le multe comminate dall'Ue per il mancato rispetto delle normativa in materia. E' quanto emerge dal dossier "Italia chiama Europa - L'Ambiente ritrovato", presentato dal Wwf.

Cosa paghiamo

Secondo il rapporto, sul fronte ambientale a carico dell'Italia sono aperte 17 procedure d'infrazione Ue e il nostro Paese è sotto sorveglianza con 43 istruttorie Eu Pilot (al primo posto in Europa) aperte per sospetta violazione delle norme ambientali (dato aggiornato al 2017). Dei 548 milioni di euro di multe pagate finora (alcune delle quali paghiamo ancora), ben 204 milioni riguardano le discariche abusive, oltre 151 milioni la gestione dei rifiuti in Campania e 25 milioni per il mancato trattamento delle acque reflue urbane.

I punti di debolezza dell'Italia continuano dunque ad essere la gestione dei rifiuti (con le procedure d'infrazione aperte sulla gestione dei rifiuti urbani, delle discariche, dei rifiuti pericolosi e dell'emergenza rifiuti in Campania), la gestione delle acque interne e marine (con le procedure di infrazione aperte sulla mancata depurazione delle acque reflue urbane, per la non corretta applicazione della Direttive Acque e Alluvioni e sull'Ambiente marino), la qualità dell'aria (per mancato rispetto dei limiti per il PM 10 e delle soglie massime per il biossido di azoto) e la migliore tutela degli ecosistemi (come dimostrano le procedure d'infrazione sulla governance e la conservazione della Rete Natura 2000).

Il confronto con gli altri Paesi Ue

Per fare un confronto con il resto dell'Europa, secondo le statistiche pubblicate dalla Commissione europea (aggiornate al 2018) le procedure di infrazione complessive in materia ambientale di tutti i Paesi membri sono state 333, di cui 18 in Germania, 19 in Francia, 18 in Austria, 23 in Grecia, 32 in Spagna. I settori che, a livello europeo, hanno maggiormente risentito di tali infrazioni sono stati: l'acqua con un totale di 81 procedure, i rifiuti con un totale di 63 procedure, l'aria con 61 procedure e la natura con 49 procedure.

Non solo "matrigna": nel periodo di programmazione 2014-2020, l'Unione europea ha assegnato complessivamente oltre 4 miliardi di euro per l'agricoltura biologica e le indennità per le aziende agricole nei siti della Rete Natura 2000 (aree tutelate dalla Ue) a valere sui 52 miliardi destinati al nostro Paese nell'ambito della Politica Agricola Comune. Inoltre, sul piano istituzionale l'80% della legislazione ambientale del nostro Paese è di derivazione comunitaria. 

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