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Giovedì, 28 Marzo 2024
Ambiente

Più efficienza e più rinnovabili: il Parlamento Ue fissa obiettivi più alti per il pacchetto energia

Approvati a Strasburgo tre provvedimenti del pacchetto energia pulita: entro il 2030 arrivare al 35% di risparmio energetico e al 35% di produzioni da fonti rinnovabili. Stop all'olio di palma nel motore dal 2021. Ogni paese dovrà presentare dei piani nazionali. Soddisfatto il PD, un po' meno i grillini

Alzare le soglie: il Parlamento Ue ha approvato oggi nuovi obiettivi vincolanti sul terreno dell'efficienza energetica e della produzione di energia da fonti rinnovabili. Per entrambi i settori gli Stati membri dovranno arrivare al 35% nel 2030, prima del voto di oggi su 3 provvedimenti legislativi - efficienza, rinnovabili  e governance dell'energia - degli 8 che compongono il pacchetto energia pulita il contributo da raggiungere per le rinnovabili era fissato al 27%. Altro obiettivo per il 2030: il 12% di  energia da fonti rinnovabili nei trasporti. Nel 2021, invece, scoccherà lo stop all'olio di palma come materia prima per biocombustibili, un blocco imposto per gli effetti della coltivazione della palma sugli habitat naturali. 

Sempre restando sui trasporti, viene limitata al 7% la componente dei biocarburanti provenienti da culture alimentari o dai mangimi mentre, parallelamente, viene incentivato l'uso di biocarburanti di seconda generazione, quelli con un minor impatto ambientale e sociale, e che dovranno arrivare al 10% nel 2030. Otto anni prima, nel 2022, il 90% delle stazioni di rifornimento lungo le strade delle reti transeuropee dovrà essere dotato di punti di ricarica ad alta potenza per i veicoli elettrici.

Diritti per i produttori-consumatori

Per la prima volta Strasburgo offre anche un cappello ed una protezione giuridica ai consumatori-produttori di energia ed alle comunità di produttori, che potranno consumare, stoccare e vendere l'energia prodotta senza dover pagare oneri, canoni o imposte. Il mandato negoziale chiede inoltre agli Stati membri di valutare gli ostacoli esistenti all’autoconsumo di energia prodotta nei territori dei consumatori, di promuovere tale consumo e di garantire che i consumatori, in particolare le famiglie, possano aderire alle comunità delle energie rinnovabili senza essere soggetti a condizioni o procedure ingiustificate.

Piani nazionali sotto la lente della Commissione

Per raggiungere gli obiettivi dell'Ue, ogni Stato membro deve notificare alla Commissione un piano nazionale integrato per l'energia e il clima entro il 1° gennaio 2019 e, successivamente, ogni dieci anni. Bruxelles sarà chiamata a valutare i piani nazionali e formulare raccomandazioni o adottare misure correttive qualora ritenesse che i progressi compiuti siano insufficienti o che siano state adottate azioni insufficienti.

Soddisfatto il PD, un po' meno i 5 Stelle

Soddisfazione da parte dell'eurodeputata del PD Simona Bonafé: “l’Ue punta sempre di più sulle energie pulite e sulla decarbonizzazione dell’economia in linea con l’accordo di Parigi”. Mentre per i 5 Stelle il giudizio finale è positivo, seppur con un'ombra, quella della direttiva efficienza e risparmio su cui si sono astenuti per considerarla "poco ambiziosa".

Su questo testo ci sono comunque dei punti positivi, sottolinea il relatore ombra del gruppo EFDD per tutto il pacchetto energia pulita Dario Tamburrano: "molto importante che gli investimenti in efficienza energetica siano stati equiparati a quelli sulle infrastrutture, questo libera grandi energia" per "ridurre i consumi" e non "per costruire nuove centrali e gasdotti". Molta soddisfazione tra i grillini, invece, per il riconoscimento dei diritti dei produttori e consumatori e delle comunità di energia: "i cittadini diventano protagonisti". 

Negoziati con il Consiglio

Ora Parlamento e Stati membri si ritroveranno per negoziare la definizione finale della normativa comunitaria in questi provvedimenti del pacchetto energia pulita. La battaglia non si annuncia per nulla facile per i rappresentanti di Strasburgo, soprattutto per gli obiettivi sulle rinnovabili che i governi vogliono limitare al 27%. 

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