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Venerdì, 26 Aprile 2024
Ambiente

SOS Api: un piano europeo per salvare il più prezioso degli insetti

Il Parlamento Ue chiede una strategia globale ed a lungo termine per contrastare la moria di api e sostenere il settore del miele. Misure per rafforzare la salute degli insetti e più fondi per gli apicoltori e per il contrasto al miele d'importazione adulterato. Dalle api dipende il 76% della produzione alimentare Ue

Salvare le api e sostenere gli apicoltori. E' questo l'obiettivo della risoluzione approvata dal Parlamento Ue per contrastare lo spopolamento delle api e le perdite economiche dei lavoratori del settore. Gli eurodeputati insistono sul fatto che l'Unione abbia bisogno di una strategia ad ampio raggio e a lungo termine per migliorare la salute delle api e ricostruire la popolazione apicola.

Come salvare le api

Per salvare le api, il Parlamento Ue chiede un piano d'azione europeo per combatterne la crescente mortalità, programmi di allevamento per aumentare la resistenza a specie invasive come l'acaro distruttore di Varroa e il calabrone asiatico o a malattie come la peste americana, il rafforzamento della ricerca su farmaci innovativi per le api, il divieto di tutti i pesticidi che hanno effetti negativi scientificamente dimostrati sulla salute delle api, compresi i neonicotinoidi e la promozione di alternative sicure per gli agricoltori e, infine, la segnalazione preventiva dei periodi di irrorazione delle colture per evitare danni alle api.

Più fondi per gli apicoltori

Sul fronte del sostegno agli apicoltori, gli eurodeputati invitano l'Ue ad aumentare il bilancio dei programmi nazionali di apicoltura del 50% e ad istituire un regime di sostegno specifico per gli apicoltori nell'ambito della politica agricola comune per il periodo successivo al 2020. Inoltre, dovrebbe essere introdotto un indennizzo per la perdita di colonie di api. Oltre a ciò, gli Stati membri dovrebbero fare di più per informare il pubblico, in particolare i bambini, dei benefici del consumo di miele e degli usi terapeutici dei prodotti delle api, come misura di rafforzamento del mercato.

Contrasto al miele adulterato

Infine il fronte del miele adulterato, per garantire che le importazioni rispettino gli elevati standard comunitari, è necessario armonizzare le ispezioni alle frontiere e i controlli sul mercato unico, e rendere più rigorosi tutti i requisiti in materia di tracciabilità. Inoltre la Commissione dovrebbe sviluppare procedure di analisi di laboratorio più efficaci e gli Stati membri dovrebbero prevedere sanzioni più severe per i trasgressori.

Il miele e i prodotti dell’apicoltura, infine, dovrebbero essere considerati "prodotti sensibili" nei negoziati commerciali con i Paesi terzi, o addirittura essere completamente esclusi dai trattati di libero commercio.

De Castro: "Sapravvivenza api salva il 76% della produzione alimentare Ue"

“Il comparto ha bisogno di fare uno 'scatto' in avanti", sostiene l'eurodeputato PD Paolo De Castro in una nota, "anche perché la  salvaguardia delle api significa la sopravvivenza del 76% della produzione alimentare nell’Unione europea. Bisogna quindi affrontare i problemi che frenano il rilancio del comparto che dimostra invece, come in Italia, di voler crescere”. “A tale scopo l’Unione deve - sottolinea con forza il vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Ue - aumentare le risorse al settore, introdurre l'origine del miele in etichetta e dare battaglia contro le importazioni fraudolente che mettono in ginocchio i nostri produttori”.

Un settore sotto stress. Italia quinto produttore Ue

Gli apicoltori sono circa 600 mila in tutta la Ue, di cui 50 mila in Italia, la produzione arriva sulle 200 mila tonnellate all'anno, assestandosi al secondo posto mondiale dietro alla Cina. Romania, Spagna e Ungheria, Germania, Italia e Grecia sono i primi produttori comunitari.

Import da Cina, Ucraina, Argentina e Messico

Al tempo stesso l'Ue importa 200.000 tonnellate di miele, principalmente da Cina, Ucraina, Argentina e Messico. I test effettuati dal Centro comune di ricerca della Commissione hanno dimostrato che il 20% dei campioni prelevati alle frontiere esterne dell’UE o presso gli importatori non è conforme alle norme europee, in sostanza è adulterato.

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